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Spit Fix: la rivincita freestyle della provincia

Spit Fix: la rivincita freestyle della provincia

Mercoledì 12 agosto, giardini di Poggiofanti, Montepulciano: ultima serata del contest dedicato al freestyle chiamato “Spit Fix”. Più di duecento ragazzi a godersi la serata, tanto divertimento e nessun problema di ordine pubblico. Un evento creato dal nulla, grazie alla volontà, al sacrificio e tanto coraggio di un collettivo di rapper della Valdichiana senese, i Toscana Sud. Spesso abbiamo parlato di loro in queste pagine: perché sono una delle giovani realtà più interessanti del nostro territorio e una testata come la nostra, se vuole avere l’ambizione di raccontare il territorio, non può prescindere dal dare la giusta attenzione al fermento che questi ragazzi stanno creando.

Che cos’è Spit Fix? Un contest di improvvisazione tra freestyler locali, che vengono da tutta la parte meridionale della Toscana. Una disciplina complessa, che fa parte della cultura hip hop, che prevedere una sfida a colpi di rap improvvisato, tra rime, insulti più o meno velati, paragoni e figure retoriche. Con una marea di citazioni provenienti dalla cultura popolare (la fanno da padrone i porno, Dragon ball, film e videogiochi).

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Non sono un rapper, non sono bravo a improvvisare! Devo scrivere qualcosa per non dimenticare i concetti più importanti

Nel successo di un evento come Spit Fix in Valdichiana c’è tutto il complesso rapporto tra città e provincia. La moda dell’hip hop sta crescendo anche da noi, tra i teenager. E i contest di improvvisazione si diffondono di conseguenza, portati da pionieri come i Toscana Sud. Nella serata del 12 agosto, che ha concluso la prima fortunata stagione di eventi di Spit Fix, hanno partecipato 12 freestyler. Oltre ai rapper locali, c’erano anche concorrenti provenienti da Siena e da Arezzo.

Siamo stati durante il pomeriggio a osservare i preparativi, a guardare i ragazzi che pian piano affollavano i giardini attorno al palco. Ne abbiamo approfittato per parlare con Splash, Volo & Meta, gli “showrunner” che presentano la serata (tre dei sette Toscana Sud) e per capire le loro aspirazioni, le loro emozioni, le loro motivazioni.

Spit Fix è un evento nato per gioco, ammettono: non è facile organizzare dei contest di freestyle in un territorio come la Valdichiana. E non è facile partecipare: serve allenamento, ascolto, dedizione. Una disciplina più difficile del rap, che prevede improvvisazione, grande conoscenza dei contenuti, attitudine e capacità di mettersi in gioco.

In città è più facile, per certi versi. In provincia può scattare il meccanismo della vergogna, perché conosci tutti: è più difficile salire sul palco e provare una sfida freestyle, con l’ansia di essere giudicati da amici e conoscenti. I Toscana Sud sono stati ad altri contest, a Firenze e Viterbo. Spit Fix è la loro versione chianina: portare il contest freestyle in provincia, applicare modifiche per far vivere un’esperienza più tranquilla e leggera ai concorrenti, favorire la partecipazione e il coinvolgimento con il pubblico. Una scelta che è stata alla base del loro successo,  e che ha permesso a tanti ragazzi di avvicinarsi a questa disciplina senza correre il rischio di essere giudicati negativamente.

“Sembra assurdo – mi dicono – ma in città c’è una mentalità più provinciale. In un contest freestyle non puoi far votare il pubblico. Altrimenti diventa una sfida a chi porta più gente a far casino, non tra chi è più bravo.”

Per Spit Fix la soluzione è stata semplice: affidare il giudizio delle sfide di freestyle a una giuria di esperti. E così a decretare il vincitore della sfida sono stati Don Peppone, Zatarra e il Pirata e Milo Vivarelli (la volta scorsa fu il nostro Tommaso Ghezzi, ormai autorità chianina nel giudicare e recensire tutto ciò che riguarda musica, teatro e cultura in generale).

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Le sfide tra freestyler possono essere aspre, possono volare insulti pesanti: ma tutto si risolve con una stretta di mano

Per la cronaca, il contest è stato vinto da Lil’Matt di S.Albino, dopo una tiratissima finale con il senese Ego, capaci di andare avanti per oltre venti minuti in un botta e risposta di freestyle di altissimo livello. Sono stati anche autori di un botta e risposta a tema “Valdichiana” che ci ha resi particolarmente orgogliosi. Eppure, al di là della sfida e dei vincitori, molti rapper sono migliorati nelle esibizioni da un contest all’altro e gli organizzatori si sono resi conto di aver messo in moto un meccanismo che sta rapidamente crescendo, quasi un movimento culturale.

“Abbiamo organizzato questo contest con molta fatica, ci abbiamo creduto fin dall’inizio – dice Splash – Lo abbiamo fatto, lo abbiamo voluto rifare, abbiamo continuato. È un format che funziona, che sta riscuotendo molto successo. Il freestyle piace anche a chi non segue il rap, è immediato e divertente.”

Spit Fix è partito dall’Irish Pub di Montepulciano Stazione, quasi in sordina, un movimento che cresceva pian piano. Poi  sono arrivate le date a Contignano, a Castel del Piano, e un doppio appuntamento ai Giardini di Poggiofanti di Montepulciano. L’apprezzamento del pubblico e la crescente attenzione nei confronti dell’evento sono il simbolo della riuscita.

“La scorsa volta abbiamo avuto un blackout – ci racconta Meta – alcune difficoltà tecniche hanno spento luci e audio per cinque minuti. Il pubblico non se n’è andato, sono rimasti a caricarci, segno di un coinvolgimento e di un apprezzamento che ha stupito anche noi.”

“Spit Fix ti entusiasma e ti fa divertire – prosegue Volo – senza pretendere nulla: che siano 5 o 200 persone nel pubblico, vogliamo farli divertire. E nessuno finora ne è rimasto deluso.”

La forza dell’evento è anche nei freestyler che partecipano: sia locali che dall’esterno, sia dalla provincia che dalla città. In un’epoca come questa, in cui regnano l’user generated content e i social network, in cui gli utenti producono continuamente contenuti da pubblicare online, la scelta è di successo. Anche gli organizzatori di Spit Fix si limitano a dare la linea editoriale allo show, a scegliere le basi e i temi, impostare il cartellone delle sfide: ma poi i contenuti li fanno i freestyler con la loro arte, fantasia, creatività, come da tradizione. Un user-generated-contest che vede già il pubblico arrivare con cartelloni inneggianti ad alcuni dei personaggi più amati e ricorrenti.

La serata conclusiva della stagione di Spit Fix si è svolta mercoledì 12 agosto, mentre in Piazza Grande si svolgevano le prove generali del Bruscello Poliziano, il teatro popolare giunto alla sua 76° edizione. E questa dicotomia tra le due piazze è bellissima, due eventi che non vanno in conflitto, ma che hanno il loro pubblico specifico, che identificano ancora di più Montepulciano come centro musicale e culturale della Valdichiana senese, tra tradizione e innovazione.

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Grande successo di pubblico per Spit Fix: appaiono addirittura i cartelloni inneggianti ai personaggi più simpatici!

Il rapporto tra i Toscana Sud e il territorio è forte, come suggerisce il loro nome. Vogliono sconfinare con la loro musica, senza ostilità nei confronti delle istituzioni locali o degli altri appuntamenti musicali o culturali, continuando a organizzare eventi come questi. Il ricavato di Spit Fix lo utilizzano per pagarsi attrezzature per i video musicali e produrre il loro disco. Li investono nella loro musica e nel loro futuro.

Sì, perché i Toscana Sud stanno ultimando il loro primo disco ufficiale, sacrificando tanto tempo a studio e lavoro. Dopo il mixtape dell’anno scorso, adesso sta per uscire il primo disco, prodotto da Reizon, con video e contenuti interamente fatti da loro. Il raggiungimento di una maturità artistica e di una forte sinergia di gruppo che non vediamo l’ora di ascoltare. (Il sottoscritto ha poche conoscenze di musica rap, ma metà delle visualizzazioni di “Tenebra” sono le mie, lo ammetto!)

Anche dei ragazzi che fanno freestyle possono insegnare tanto a un territorio. L’Italia e soprattutto la provincia italiana non è un posto in cui i sogni diventino facilmente realtà. Per questo, quando qualcuno riesce nel suo intento, invece di invidiarli e osteggiarli, forse dovremmo imparare a gioire e spalleggiare. E a salutarli con rispetto e stima, come farebbero loro: “Bella frate”

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