Refenero sorge sull’area che dal centro di Torrita di Siena conduce a Montepulciano, insistendo su un territorio, fino a qualche decennio fa, destinato in ampia parte all’agricoltura. Secondo fonti storiche, sembra che un casolare, conosciuto come Palazzetto e ancora oggi visibile in questa zona, fosse un tempo la residenza del podestà di Torrita.
Distinta dai colori bianco e azzurro, la Contrada Refenero è presieduta da Michele Battenti, il quale ce ne ha parlato, iniziando dall’aspetto che più la valorizza riguardo al Palio.
«Pensando al Palio e alla poca generosità che la sorte ci ha riservato negli ultimi anni, ciò che merita di essere sottolineato è il sentimento di orgoglio di appartenere a questa Contrada. Un senso di attaccamento e determinazione incondizionato, che non si è mai lasciato scalfire dagli eventi e grazie al quale continuiamo a portare avanti progetti di rilievo, come l’acquisto della nostra sede».
Racconti di Contrada
«Di aneddoti degni di nota, la storia della nostra Contrada ne presenta così tanti che si fa fatica a ricordarli tutti senza correre il rischio di dimenticarne qualcuno. Tuttavia, questo è particolarmente significativo perché dimostra quanto il senso di appartenenza che si sperimenta in una Contrada sia, per il solo fatto di essere condiviso, un valore talmente forte da creare inaspettati legami di collaborazione.
Dunque, la vicenda risale al Palio 1986. A quell’epoca, i Contradaioli di Refenero erano già molto attivi anche sul fronte della tifoseria, tanto che il giorno del Palio i giovani Ultras erano soliti portare sugli spalti del campo di gara coreografie molto originali. Per quell’edizione del Palio dei Somari, gli Ultras avevano organizzato uno spettacolo con centinaia di palloncini, ovviamente bianchi e azzurri, che erano stati ordinati per tempo presso un’azienda di Milano, dalla quale sarebbero dovuti arrivare a Torrita via corriere nelle settimane precedenti la corsa. Nonostante mancassero sempre meno giorni del Palio però, l’ingrediente fondamentale della coreografia inspiegabilmente tardava a giungere a destinazione. Lontani i tempi di qualsiasi mezzo di tracking online, tante furono le telefonate a Milano per accertarsi che il carico fosse partito dai magazzini, così come svariati furono i viaggi alle Poste e al corriere per sapere se si trovasse fra i tanti pacchi quotidianamente smistati. L’attesa si trasformò presto nella preoccupazione di arrivare alla domenica senza avere nessuna coreografia da presentare.
Come piano da attuare in alternativa, si iniziò dunque a cercare nei dintorni un altro rivenditore che potesse fornire lo stesso quantitativo di palloncini: una cosa più facile a dirsi che a farsi, visto che nessuno sembrava venderne di bianchi e di azzurri. Un’intensa ricerca tuttavia divenne l’unica strada possibile quando, la domenica del Palio, fu chiaro che il pacco da Milano non sarebbe mai arrivato in tempo. Si decise allora di tentare il tutto per tutto, partendo di buon mattino alla volta di Siena. Mentre a Torrita il giorno clou della manifestazione era iniziato e tutto si stava svolgendo come da programma, a bordo di una Panda 125 guidata dall’unico maggiorenne del gruppo, i giovani Ultras raggiunsero il parcheggio della Lizza e diedero inizio quella che ormai era diventata una vera e propria missione. Una missione che però, di mezz’ora in mezz’ora, una saracinesca abbassata dopo l’altra, stava rischiando di fallire desolatamente. Il percorso degli Ultras proseguì fino a Piazza del Campo, dove infine scorsero il chiosco di un venditore di giornali e souvenir, al quale ovviamente chiesero se avesse quel che andavano cercando. Neanche a dirlo, il venditore non aveva la merce che serviva loro. Ma il caso volle che, di fronte all’insolita richiesta del gruppo di ragazzi, l’uomo non resistette alla curiosità di chiedere cosa ci dovessero fare, con centinaia di palloncini, rigorosamente bianchi e azzurri, in quella normale domenica mattina di marzo.
“La coreografia per la Contrada, sa che noi siamo di Refenero e a Torrita oggi c’è il Palio!” Più o meno così suonò la risposta, ma quelle poche parole bastarono ad accendere nel venditore, vero senese, contradaiolo dell’Onda, un sincero spirito di solidarietà per quei ragazzi abituati come lui ad avere di colore bianco e azzurro le monture con cui scendere in piazza, i tamburi, le bandiere e i fazzoletti da indossare. Per la condivisione dell’amore per quegli stessi colori, il venditore attivò rapidamente una serie di contatti che in breve portarono a far aprire, in via del tutto eccezionale, il negozio dove gli Ultras riuscirono finalmente a trovare i palloncini per la loro coreografia: un trionfo dei colori bianco e azzurro!»
Non tutti sanno che…
“Refenero d’Estate, anche dai paesi limitrofi in molti ormai la conoscono nella sua forma attuale di manifestazione che, da più di dieci edizioni, si tiene nella piazzetta ‘del fosso coperto’ ogni anno nella settimana tra giugno e luglio. Meno numerosi saranno poi coloro che la ricordano nella versione degli anni ’80 e ’90, quando si svolgeva in prossimità dei locali della ‘casa del popolo’. Ma saranno forse pochi a sapere che la prima edizione di questa festa risale addirittura al 1971.
Fu proprio in un fine settimana nel luglio di quell’anno che Refenero d’Estate fece la sua comparsa, proponendo lauti banchetti e attività sportive, tra cui le memorie storiche rammentano precisamente una passeggiata e una gara podistica. A suggellare l’evento non mancò il supporto spirituale. Anzi si racconta che il parroco, Don Valentino, poiché il luogo individuato per questa prima edizione di Refenero d’Estate non era che uno spazio aperto tra alcune case nel cuore della Contrada, avesse fatto portare apposta un altare su cui celebrare la Messa.
Negli anni immediatamente seguenti, la festa non fu ripetuta, ma intanto quella prima edizione aveva dimostrato che un evento estivo attorno al quale Refenero si potesse riunire era qualcosa di possibile, e bello. A distanza di quasi cinquant’anni, è anche grazie a quell’esperimento fatto nell’estate del ’71 che Refenero d’Estate, seppure a più riprese, è giunto a rappresentare un appuntamento fisso per la comunità biancoazzurra, ricco di iniziative finalizzate a coinvolgere, di anno in anno, un numero sempre maggiore di persone.”
(foto di Marco Mazzolai)