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Tempi Moderni – Lavoro e Dintorni #2

Tempi Moderni – Lavoro e Dintorni #2

Tempi Moderni – Lavoro e Dintorni

Parte 2 – A tutte le aziende: cercate gente da far crescere e da stimolare, non dei Premi Nobel a tutti i costi. E non cercate figure che esistono solo nei libri di fantascienza.

Riprendo la mia mini-inchiesta con un altro esempio tutto personale. Per un lavoro cosiddetto “a chiamata”, per fare la hostess in fiera, avevo trovato il seguente annuncio:

“Per prestigioso cliente, si ricerca per la Fiera a XXX una hostess con ottimo cinese e ottimo russo, inglese madrelingua. Richiesta bellissima presenza, altezza 175 cm – 180 cm, taglia 40, massimo 42, numero di scarpe 37”.

E già, ti viene da pensare “ma se non avessi il 37 di scarpe? Io che sono alta 175 cm, ho il 40 di scarpe…”. Tralasciando che l’unico requisito che poteva andare era l’inglese e l’altezza. Ma dirò di più, i siti web di annunci di lavoro sono letteralmente disseminati di annunci di lavoro a dir poco scoraggianti e fantascientifici.

Non so se questo possa essere effettivamente adatto come esempio per questa puntata, essendo un lavoro a chiamata, ma rilancio con un altro annuncio da rasentare il genere fantasy.

Cercasi segretaria amministrativo. La figura dovrà avere almeno 5 anni di esperienza nel settore, massimo 30 anni. Ottime capacità organizzative, capacità di gestire appuntamenti e l’agenda dell’amministratore, conoscenza della contabilità. Conoscenza dell’inglese ottima, con buon francese e tedesco. Ottimo uso del pc, e ottima conoscenza del linguaggio HTML, PhP, JavaScript, WordPress per la stesura della newsletter e gestione del blog aziendale. Bellissima presenza e automunita”… Eccetera, eccetera. Benissimo, facciamoci un esame di coscienza collettivo: quanti e quante di noi avrebbero i requisiti richiesti? Io no di certo, ma credo che in pochissimi (e in veramente pochissime, anche per un problema ‘educativo’ e ‘culturale’ a monte) possano essere in grado di essere selezionati per l’azienda alla ricerca di una figura del genere.

Il fatto è che sempre più spesso, le aziende alla ricerca di personale hanno richieste sempre più assurde. Sarà la crisi economica soffocante, forse, che costringe tutti a tagliare sui posti di lavoro e quindi condensare in un posto, tutti i requisiti necessari, che forse sarebbero gestibili da più persone. Il fatto è che una persona, specie se alle prime esperienze lavorative, a trovarsi di fronte a un annuncio del genere, come quello sopra riportato, non può che sentirsi fortemente demotivata o scoraggiata. Sì, lasciamo perdere anche l’aberrante e svilente: “Cercasi neolaureato con esperienza”, perché è un vero e proprio cane che si morde la coda. L’università non dà esperienza lavorativa (altro velo pietoso da stendere sopra la disastrosa università italiana, totalmente scollegata dal mondo del lavoro), quindi come si può pretendere che una persona neolaureata possa avere l’esperienza richiesta per cominciare a lavorare?

Il problema è che oggi come oggi il posto di lavoro viene visto come un punto di arrivo e non come un punto di partenza, nella formazione personale. Si deve già arrivare istruiti e preparati, a quanto pare una politica di formazione interna alle aziende non è prevista (certo, è una scocciatura per la maggior parte del personale, il dover formare una nuova risorsa, ma a volte un minimo di formazione è necessaria), un percorso di incoraggiante crescita, men che meno. Per esempio, un corso aziendale di inglese, dell’uso di quello o quel software specifico. Poco o niente. O lo sai usare, o niente. Un altro tema cruciale che verrà affrontato nelle prossime puntate sarà proprio quello della mancanza di crescita personale, al di là della mera carriera lavorativa, delle posizioni ricoperte. E questo problema non è da imputarsi solo alle aziende, ma anche ai singoli, da un punto di vista sempre educativo e culturale, a quanto pare viene messo in testa che l’università dia tutto quello che c’è da dare da un punto di vista formativo e dell’apprendimento. Mentre invece, da questo punto di vista , mai “chi si ferma è perduto” fu più azzeccato. Ma ci torneremo più avanti.

Tornando al punto centrale di questa puntata, c’è anche l’impressione che tante volte si scrivano annunci di lavoro senza molta organizzazione e molta idea di quello che si sta cercando. Un suggerimento utile è quello di suddividere un annuncio di lavoro in descrizione generale della posizione ricercata, per poi mettere un elenco di requisiti fondamentali – senza i quali non si può essere selezionati per il colloquio conoscitivo – e dei requisiti preferenziali, qualcosa che non è obbligatorio, ma è cosa gradita possedere. E infine, dettagli tipo luogo di lavoro, e dove mandare il C.V.. È bene fare un elenco e scremare ciò che è davvero importante nella ricerca, ai fini della qualità del lavoro, e ciò che è secondario e che può essere appreso come un “di più”. Perché, intendiamoci, a volte manca l’autocritica e la voglia di capire se ci sono dei requisiti indispensabili e quelli di cui se ne può fare a meno, ammesso che poi non ci sia qualcuno che abbia voglia di insegnare qualcosa di nuovo alle risorse.

Ciò che si è perso davvero di vista è che il lavoro è anch’esso una fonte di apprendimento inestimabile, non è solo un punto fisso da un punto di vista materiale ed economico, ma anche mentale. E si è anche perso di vista il valore del lavoratore, da un punto di vista puramente intellettuale e formativo. Come abbiamo detto, non è sempre e solo colpa delle aziende, ma anche di chi viene colpito dal brutto male quale la “pigrizia mentale”, ma di questo, ce ne occuperemo nella prossima puntata.

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