Sebbene sia auspicio di tutti che le Terme di Chianciano tornino in tempi brevi a rappresentare un punto di riferimento per il turismo del benessere, il percorso che dovrebbe portarle al risanamento sta destando reazioni controverse presso organi istituzionali, associazioni di categoria e cittadini.
Per fare il punto della situazione, tuttavia, è necessario accennare a quelle che sono stati gli eventi principali accaduti nei mesi scorsi. Primo fra tutti la cessione, a febbraio, da Mps del 47% delle quote della società di gestione Terme di Chianciano alla società di investimenti Feidos di Massimo Caputi, proprietario delle terme di Saturnia e presidente di FederTerme. L’operazione è avvenuta in seguito a un bando di vendita che non prevedeva la presentazione di un piano industriale.
Oltre a questa società di gestione a prevalente capitale privato, esiste Terme di Chianciano Immobiliare Spa, una proprietà partecipata al 73,81% dalla Regione Toscana, dal 18,70% dal Comune di Chianciano Terme, dal 7,49% dalla Finanziaria Senese di Sviluppo Spa. Terme di Chianciano Immobiliare (in liquidazione) è proprietaria dei beni immobili afferenti il complesso termale (per esempio Parco Fucoli, Stabilimento Sillene, Parco Acquasanta, Direzione sanitaria, Villa della Direzione, piscine termali Theia, ecc.) e titolare in esclusiva delle concessioni minerarie delle acque termali delle terme di Chianciano (Bagni di Chianciano, Compendio Termale Chianciano e Fucoli).
Lo scorso 31 marzo Enrico Caratozzolo è stato nominato nuovo presidente della società Terme di Chianciano, affiancato per un mandato di un anno dal commercialista Alessandro Speranza e dall’attuale direttore generale Mauro della Lena.
Di inizio giugno è invece la notizia, accolta con fiducia e ottimismo dal sindaco Andrea Marchetti, che la società Terme di Chianciano ha presentato in Tribunale la richiesta di concordato preventivo in continuità aziendale per recuperare un debito che si quantifica in circa 9 milioni di euro. Di fronte a questo ultimo avvenimento, Associazione Albergatori – Federalberghi Chianciano Terme ha chiesto che venga convocato un Consiglio comunale aperto, affinché la categoria possa essere direttamente coinvolta in questi temi. La preoccupazione dell’associazione proviene dal fatto che ad oggi nessuno sia stato messo a conoscenza del piano industriale, nonostante i numerosi inviti nei confronti di Caputi a rendere pubbliche presso la cittadinanza le future azioni di rilancio delle Terme. Dal canto suo, il sindaco ha rimandato il confronto pubblico a dopo la presentazione del progetto di concordato, su cui tra l’altro i sindacati e i soci privati hanno dichiarato di essere stati informati solo a posteriori.
«Conclusa l’operazione di concordato, quando sarà possibile attingere al fondo di salvaguardia e sapremo di avere lo Stato per 5 anni “socio”, in quanto Invitalia investirà con un prestito nella nostra azienda termale, allora si procederà con un incontro pubblico» ha dichiarato il sindaco Marchetti.