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Tracce barbariche al castello di Sarteano

Tracce barbariche al castello di Sarteano

Esposizione fotografica della Corte Transumante di Nasseta, fino al 17 agosto. Foto di Alessandra Matia Calò e Andrea Grassi, con testi di Michele Rossi

78Dentro le mura del castello di Sarteano una mostra fotografica (appena inaugurata, resterà fino al 17 agosto), invita a seguire le tracce della Corte transumante di Nasseta, libera compagnia di uomini cavalli e montagne fondata da Giovanni Lindo Ferretti. “Tracce” nella duplice accezione del termine: tracce fotochimiche, ombre e luci rimaste impresse su carta sensibile, ma anche impronte umane di alto spessore artistico, orme e segni di visione equestre. Le foto sono di Alessandra Matia Calò e Andrea Grassi, accompagnate dai testi di Michele Rossi. L’organizzazione è del Comune, in collaborazione con le cooperative Il labiritno e Clanis (informazioni: www.sarteanoliving.com, 0578 269204).

L’iniziativa ha lo scopo di far avvicinare a una straordinaria dimensione artistica, unica del suo genere in Italia, e contribuire alla diffusione del messaggio che la Corte ostinatamente si propone di lanciare tramite spettacoli “romantici e coraggiosi”, al contempo stimolo verso una riflessione sul significato e senso che conserva il cavallo nel XXI secolo, come succederà a Sarteano la sera dell’8 agosto, proprio nella piazza d’armi del castello. Dopo essere stato essenziale per l’umanità, utilizzato nel corso dei secoli per il trasporto delle merci e la circolazione delle persone, nelle battaglie e nei lavori agricoli, negli sport e nei giochi circensi, a cosa serve oggi il cavallo? Questa esposizione ne è una risposta: evoca nei visitatori una reminiscenza di tanta bellezza di forme, armonie, movimenti di cavalli e cavalieri. Se a salvare il cavallo/la bellezza non basta/l’uomo è condannato sulla terra/che la sua stessa utilità/ben più che soluzione/diventa problema (Giovanni Lindo Ferretti).

photo1 (1)La storia dell’arte lo dimostra: graffiti, mosaici, disegni e dipinti testimoniano l’idea di bellezza e di proporzione che hanno rispecchiato nel tempo le forme dell’uomo e del cavallo. La tradizione letteraria ha attestato la complessità e la complicità del sodalizio uomo-cavallo. “Fu la bellezza a decidere che uomo e cavallo fossero destinati ad incontrarsi e frequentarsi. Poi subentrò la forza, la potenza, complice la conformazione fisica e psichica dei due”. È stato il progresso tecnologico a vanificare il tutto.

La bellezza in questa mostra è impressa nelle fotografie scattate nel 2013 dall’artista Alessandra Matia Calò e da Andrea Grassi nei chiostri benedettini di San Pietro di Reggio Emilia, dove la Corte tiene ogni anno, durante il solstizio d’estate, lo spettacolo “Saga, il canto dei Canti”. Seguire le tracce della Corte è mettersi in viaggio, l’inizio di un nuovo cammino. “Così è stato per la caccia, così è stato per la guerra, così nella ricerca della divina scintilla che abita l’uomo. Così è per noi”, dice la Corte.

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