A Montepulciano Stazione, in Via Goito, silenziosamente ma instancabilmente, sta crescendo un progetto di forestazione urbana. Il termine “foresta” va inteso in senso scientifico, quindi non un ammasso di piante fitto e disordinato, ma un insieme di arbusti e di alberi di media grandezza e di alto fusto che, in questa condizione, sono capaci di produrre positivi aspetti per l’ambiente.
L’appezzamento di terreno scelto per la forestazione urbana si trova nella stessa zona che accoglie gli “orti urbani”, ha una superficie di circa 100 metri quadrati ed è di proprietà del Comune di Montepulciano che, accogliendo una richiesta dell’associazione no-profit Tree Time, lo ha messo gratuitamente a disposizione di tre agronomi, Guido Cencini e Andrea Pagliai, di Montepulciano, e Gabriele Mori.
I tre professionisti hanno proposto all’Amministrazione di impiantare una mini-foresta secondo il metodo innovativo messo a punto dal botanico giapponese Akira Miyawaki, già utilizzato in molte parti d’Europa e del mondo (ma non ancora diffusa in Italia, soprattutto in ambito urbano). Ottenuto in comodato il terreno, la Tree Time, dopo aver adeguatamente lavorato e trattato il terreno, ha messo a dimora più di 200 piante, di circa 20 specie autoctone diverse, con densità molto elevata (fino a 3 piante a metro quadro).
“La mini-foresta urbana – spiegano i promotori – è composta esclusivamente da specie autoctone, diffuse nei boschi del nostro areale. Sono state messe a dimora piccole piante (1-2 anni di età), appartenenti alla famiglia delle querce (roverella, leccio e cerro), aceri, alberi di giuda e ontani. Sono presenti anche alberi da frutto come il pero selvatico, il ciliegio selvatico, il gelso nero e il melo selvatico. Infine, specie cespugliose come la ginestra, il ginepro e il biancospino”.
Ma perché creare questa affascinante ed originale situazione? Perché la foresta, di qualunque dimensione essa sia, è un eco-sistema perfetto a livello di efficienza ecologica, abbatte le emissioni di carbonio fino a 10 volte in più rispetto ad un normale impianto arboreo, a parità di superficie, filtra gli inquinanti urbani e rappresenta un luogo didattico dove poter conoscere le principali specie autoctone ed entrare in connessione con la natura.
E queste sono solo alcune delle qualità di una foresta, anche “mini”, alle quali un recente studio, pubblicato dalla rivista scientifica Nature, attribuisce anche il ruolo di ecosistema fondamentale per raggiungere gli obiettivi climatici, stimando in 40 volte in più, rispetto alle piantagioni di una sola specie, la capacità di immagazzinare carbonio.
“Una nuova area verde si aggiunge alle numerose già presenti sul territorio – commenta il Sindaco Michele Angiolini – incrementando i benefici che queste producono per l’ambiente e per l’uomo e la piacevolezza che trasmettono. Per la sua originalità, la sfida è affascinante e sta già appassionando tutti coloro che vi entrano in contatto. Ci ha convinto anche la qualità della proposta che, comprendendo esclusivamente specie autoctone, si inserisce armoniosamente nel nostro contesto vegetale”.
“Il progetto si inquadra nel più vasto piano di piantumazioni che stiamo progressivamente realizzando in tutto il territorio comunale – sottolinea l’Assessore all’Ambiente Emiliano Migliorucci – per arricchire il nostro patrimonio verde e contribuire al mantenimento dell’equilibrio ambientale. Siamo inoltre soddisfatti per aver dato pronta (e positiva) risposta ad un’associazione di giovani che si impegnano per il territorio e che comprende anche nostri concittadini”.