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Una talpa al Teatro Verdi, residenza della compagnia Fondamenta Zero

Una talpa al Teatro Verdi, residenza della compagnia Fondamenta Zero

Una giovane compagnia teatrale, tre attrici, un attore e una tecnica, un copione da mettere in scena, un teatro da abitare per trasformare un progetto artistico in forme, luci, voci, corpi, memorie. E confronto. Sul palcoscenico, innanzitutto, per arrivare al pubblico, infine, in una data da mettere in agenda.

La compagnia teatrale Fondamenta Zero, nata nel 2018 proprio a Monte San Savino in occasione della nascita dello spettacolo “Alle porte”, torna al Teatro Verdi grazie a Officine della Cultura, in collaborazione con Comune di Monte San Savino e A.S. Monteservizi, per una nuova “residenza trampolino” dedicata alle giovani compagnie teatrali all’interno del progetto “Artisti nei territori” finanziato dal MiC Ministero della Cultura e da Regione Toscana. Torna con Elena Ferri, Claudia Manuelli, Emilia Scatigno e Paolo Tosin per l’allestimento, dal 12 al 26 luglio, dello spettacolo dal titolo “Una Talpa”, regia di Emilia Scatigno, light designer Silvia Vacca.

“La Talpa” nasce da un parole che diventa necessario tirar fuori, un tema da affrontare a tutti i costi. Così Fondamenta Zero racconta il progetto: «Esistono avvenimenti extra ordinari in cui proviamo sensazioni bizzarre, in cui la mente e il corpo reagiscono in modi che mai ci saremmo aspettati. “Una talpa” affronta un tema fin troppo gettonato, ma questo non ci fa alcuna paura, perché siamo certi di volerlo affrontare a tutti i costi, siamo decisi a dire tutto con la massima onestà, anche a costo di risultare immorali. Non ci interessa raccontare la storia del mostro e dell’agnello. Infatti in queste circostanze extra ordinarie la realtà scompare in una nebbia ambigua e un pensiero si insinua nella testa: “È colpa mia”. È un pensiero molto piccolo, ma è in grado di cambiarti la vita per sempre e forse non ti abbandonerà mai. Ma cosa ne pensano gli altri? Provano a consolarti, ti guardano costantemente con gli occhi della pietà, ti dicono che non hai fatto nulla di male, che quello che ti è successo è terribile, che non puoi pensare nemmeno per un momento che sia colpa tua. Te lo dicono così tanto che finisci per convincerti che hanno ragione. Eppure perché non sei stato in grado di reagire, perché sei rimasto immobile e non hai detto semplicemente no? Perché hai sorriso? Perché alla fine di tutto hai detto perfino “grazie”? Perché?

Una talpa parla dell’incapacità di dire “stupro”, “abuso”, “violenza sessuale”, della ricerca disperata di un’altra parola per definire quello che è successo. Non pretendiamo di propinare una verità assoluta, non affermiamo che in seguito a una violenza sessuale si reagisca indubbiamente in un determinato modo. Raccontiamo una possibilità, un modo di sopravvivere. Un modo possibile e reale, perché quello che raccontiamo è frutto di un’esperienza diretta, non supponiamo nulla».

Ulteriori informazioni presso Officine della Cultura, via Trasimeno 16, Arezzo. Tel. 0575 27961 – 338 8431111 – www.officinedellacultura.org

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