Fa freddo, anche in Giappone è tempo di coperte, tè caldi e film romantici sulla neve: Balto. Chi non ha visto la storia dell’eroico amico a quattro zampe che guida la carovana alla volta della cittadina di Nome in Alaska?
Film o cartone, tutti ricordiamo quanto Balto sia stato un intrepido condottiero in grado di salvare una cittadina intera, e qui i ricordi finiscono…. Nessuno ricorda cosa diavolo doveva portare, sarà stata mica l’anfora perduta? No altrimenti si sarebbe bevuto un Montenegro alla fine, era bensì una partita di Siero anti-difterite. Nella cittadina di Nome, capoluogo della corsa all’oro in Alaska nei primi del novecento stava imperversando una grave epidemia e c’era il concreto rischio che prima che le strade fossero di nuovo percorribili sarebbero stati tutti infettati e conseguentemente morti.
Oggi del romanticismo e dei gesti eroici di quei tempi non c’è rimasta neanche l’ombra. Sarà per questo che ai giorni nostri ci sono tanti illustri scettici della scienza, forse perché intenzionati a rivivere quei memorabili tempi dove si moriva di malattie orribili (vi sfido a cercare su google DIFTERITE e cliccare Immagini) e nulla o poco si poteva per combattere quelle che all’epoca erano ancora malattie diffusissime e contegnosissime. Allora sì che avremmo scene melodrammatiche strappalacrime con giovani vedove costrette a lutto per sette anni e bambini orfani che si vedranno crescere da soli e diventare i prossimi premi Nobel dopo carriere vessate da invidie borghesi.
Certo, Balto è un bel film, ma io preferisco la monotona e piatta vita che la scienza tenta a tutti i costi di regalarci e vaccinarmi per vivere in mezzo a gente vaccinata. Vaccino. La storia del primo vaccino ci riporta alla scoperta del legame tra i microrganismi e le malattie infettive; il primo vaccino venne dall’intuizione di un medico, Edward Jenner (1) che aveva osservato come le lavoratrici del latte che avevano contratto i Vaiolo Vaccino non si ammalavano mai del Vaiolo Umano che era ben peggiore, per cui Jenner dedusse che per diventare immuni dal vaiolo umano bastava ammalarsi prima di quello bovino e così tentò la sorte di un bambino di 8 anni inoculandogli del pus vaccino ed il bambino non si ammalò mai di vaiolo (2). Pur non conoscendo finemente i meccanismi biologici e cellulari, questo è stato il primo vaccino che ha così coniato il nome alla nuova sostanza, in grado di renderci capaci di sconfiggere una malattia, o meglio un agente patogeno esterno, prima ancora che si manifesti.
Per farla breve, rifacendosi alla semplificazione banale, ma scientificamente corretta di Esplorando il Corpo umano, immaginiamo il Sistema immunitario come l’insieme dei corpi di sicurezza di uno stato: pompieri, polizia, carabinieri, finanzieri tutti, il vaccino non è altro che una informativa alla polizia di frontiera. Quando un organismo viene vaccinato corrisponde a consegnargli l’identikit di un ricercato, cosicché qualora e casomai il delinquente si affacciasse alla dogana del nostro aeroporto o porto che sia, tutti sarebbero in grado di riconoscerlo e bloccarlo ancor prima che abbia messo piede nel paese. Questo è quello che fa un vaccino.
Quindi i vaccini, non sono altro che pezzettini di Virus o di Batteri o gli stessi attenuati (cioè resi innocui) che servono a insegnare al nostro sistema immunitario come riconoscere e sconfiggere il batterio o virus prima che questo si insedi e produca danni.
Il calendario vaccinale(3) in Italia prevede come obbligatorio:
– Difterite, costituito dalla tossina difterica resa innocua mediante procedimenti chimici: la malattia è endemica nei paesi in via di sviluppo. Penultimo caso in Italia nel 1995 e ultimo nel 2016 (4).
– Tetano, costituito dalla tossina tetanica resa innocua mediante procedimenti chimici: nei non vaccinati la mortalità si aggira al 40% e la malattia è ormai presente soltanto nella popolazione anziana, non vaccinata.
– Polio, dal 2002, cioè da quando la malattia è stata considerata eradicata, è in uso l’IPV inattive polio virus, cioè il virus della polio viene ucciso ma lasciandone integro l’aspetto esterno in modo tale da essere comunque riconosciuto dal nostro organismo: grazie alla vaccinazione l’OMS considera eradicata la malattia in molti paesi del mondo.
– Epatite B, il vaccino è costituito da una proteina di superficie del virus realizzata mediante la tecnica del Dna ricombinante in laboratorio, cioè come se si facesse una replica del naso di una persona ricercata e solo tramite il particolare naso di quel malvivente la nostra polizia di frontiera fosse in grado di riconoscerlo. Nei non vaccinati può portare alla cronicizzazione, con conseguente cirrosi epatica. Dal 1991, quando è divenuto obbligatorio nella popolazione destinataria del provvedimento (i nati dal 1991 in poi), i casi di nuove infezioni si sono ridotti dell’80%
Mentre tra quelli soltanto raccomandati ci sono i vaccini per il morbillo, pertosse, meningite, parotite, rosolia, varicella e infezione da papillomavirus. Al di là degli effetti nel momento dell’infezione, molte infezioni possono rimanere a lavorare in silenzio dentro di noi per anni e manifestarsi in modi che ancora oggi stiamo scoprendo. Sembra ci sia una correlazione anche con alcune malattie psichiatriche, in particolare certe forme di schizofrenia, malattia bipolare e alcuni tipi di infezioni virali, nonché la probabilità di sviluppare un tumore cerebrale in età adulta (5)(6). Utile anche ricordare l’importante correlazione tra l’infezione da papillomavirus umano e lo sviluppo del cancro della cervice uterina: il virus che si insedia sulla cervice porta stress del tessuto che è costretto così a replicarsi, prima o poi capita un errore e nasce la prima cellula tumorale, quindi vaccinarsi è un importante aiuto anche nella prevenzione del cancro (7).
Tirando le somme di questa breve introduzione al mondo dei vaccini, ricordiamo che un vaccino non è altro che una sostanza in grado di conferire una immunità attiva contro lo specifico germe, batterio o virus, costituito da parti di germe o parti di esso ricostruite in laboratorio, oppure il germe stesso reso innocuo in laboratorio; la maggior parte dei vaccini a oggi in uso stimola una risposa umorale, cioè la formazione di anticorpi.
In conclusione, vaccinarsi non significa sterilizzarsi e condurre una vita asettica; l’aumento dei casi di allergie, intolleranze, persino celiachia, viene spesso considerato dagli “sciamani del web” come la diretta conseguenza di un mondo ipervaccinato, tuttavia la realtà dei fatti non può essere più lontana da questa tesi (8). Un’infanzia sana e felice è ovvio che debba prevedere ginocchia “sbucciate” e mani graffiate, ma rischiare la vita per un taglietto in un dito, specie se piccolo e innocuo senza neanche una goccia di sangue, sembra proprio sciocco; troppo spesso i genitori, resi scettici dalla quantità di malainformazione presente specialmente sul web, si preoccupano più di fantomatici effetti collaterali che non delle reali conseguenze di tali malattie.
L’ignoranza in materia, se è comprensibile nei genitori, deve essere colmata da un buon medico e pediatra e non può essere pretesto per sostituirsi alla verità scientifica; tuttavia l’immunologia, essendo una branca di nicchia, viene spesso poco studiata dalla popolazione generale dei medici. Si registrano sempre più spesso casi di medici che non sono in grado di colmare i dubbi e le legittime perplessità dei genitori, al punto che anche negli Stati Uniti sono stati condotti studi sulla preparazione dei medici sui vaccini (9).
La scienza non è democratica e non ammette opinioni, solo fatti certi.
(1) Da Immunologia cellulare e molecolare, p. 359
(2) Da Immunologia cellulare e molecolare, p. 1
(3) Calendario vaccinazioni infanzia
(4) Un caso di difterite in Italia
(5) Brain Tumor Res Treat. 2015 Oct;3(2):65-7. doi: 10.14791/btrt.2015.3.2.65. Epub 2015 Oct 30. Measles may be a Risk Factor for Malignant Brain Tumors.
(6) Neurosci Res. 2016 Nov 14. pii: S0168-0102(16)30246-2. doi: 10.1016/j.neures.2016.11.002. Infection and inflammation in schizophrenia and bipolar disorder.
(7) Patient Educ Couns. 2016 Sep;99(9):1452-60. doi: 10.1016/j.pec.2016.06.027. Epub 2016 Jun 25. Characterizing safety-net providers’ HPV vaccine recommendations to undecided parents: A pilot study.
(8) g Sanita Pubbl. 2016 Jul-Ago;72(4):385-396.[Vaccines: history and stories between reality and imagination].
(9) Vaccine. 2014 May 30;32(26):3175-8. doi: 10.1016/j.vaccine.2014.04.001. Epub 2014 Apr 13. Formal training in vaccine safety to address parental concerns not routinely conducted in U.S. pediatric residency programs.