Non sono mai stata una grande estimatrice del Festival di Sanremo, perchè il tipo di musica che proponeva non era mai stato nelle mie corde nemmeno quando ero più piccola.
Durante l’edizione del 2002, però, mi colpì moltissimo l’esibizione di una partecipante alla categoria Giovani: si trattava di Valentina Giovagnini, e la canzone era Il Passo Silenzioso della Neve.
Oggi voglio parlare di questa musicista originaria di Pozzo della Chiana (frazione di Foiano della Chiana), che ho amato moltissimo per il breve tempo che è rimasta sulle scene musicali italiane.
Tra tutti i musicisti noti della zona, lei era certamente la mia preferita. Mi avevano colpita gli arrangiamenti delle sue canzoni, che avevano qualcosa in più rispetto al resto della musica italiana. Come genere, la associerei sicuramente all’Elisa di Asile’s World e Then Comes The Sun.
Il Passo Silenzioso della Neve le fece guadagnare il secondo posto nella categoria Nuove Proposte di Sanremo, e la pubblicazione del suo primo album Creatura Nuda e del secondo singolo Senza Origine confermarono Valentina come artista estremamente apprezzata sia dal pubblico che dalla critica. Io ammetto di essere rimasta stregata da entrambi i videoclip, dalle immagini che accompagnavano la musica e facevano correre la mia immaginazione. Le atmosfere quasi new age date dalla cornamusa, catartiche, mi rimandavano a pezzi come Hijo de la Luna dei Mecano, o a Moonlight Shadow di Mike Oldfield. La mia mente è sempre stata una fucina dove rielaboravo musica e parole in storie fantastiche e spesso cupe, e questo tipo di musica era veramente quello che accendeva la scintilla della mia immaginazione. Il mix di influenze etniche ed elettronica rendevano questa musica irresistibile alle mie orecchie, da sempre amanti dei generi crossover.
Tuttavia, il caos che regna nel mondo non ha rispetto dell’arte e degli artisti. Valentina Giovagnini muore il 2 Gennaio 2009, coinvolta in un incidente d’auto a Santa Luce. La sua carriera viene quindi stroncata improvvisamente appena prima della pubblicazione del suo terzo album, L’amore non ha fine, che viene però pubblicato postumo quattro mesi dopo la scomparsa della musicista.
Il disco, anticipato dal singolo omonimo dove duetta con il tenore Aldo Caputo, è stato fortemente voluto dai familiari di Valentina, e i ricavati delle vendite vanno a finanziare l’associazione no profit intitolata alla sua memoria. La Valentina Giovagnini ONLUS ha come obiettivo quello di onorare e mantenere sempre vivo il ricordo della cantante attraverso progetti in ambito sociale e di opere di beneficenza.
A Pozzo della Chiana è stato inoltre istituito il Premio Valentina Giovagnini, un concorso canoro di portata nazionale aperto ai giovani artisti emergenti.
La morte di Valentina ha determinato una grave perdita per il panorama musicale italiano, e ritengo che sia giusto che gli abitanti del territorio di cui era originaria si impegnino a mantenere vivo il suo nome, diffondendo la sua musica e raccontanto alle persone la storia di questa grande artista chianina che ci ha potuti deliziare con la sua voce per troppo poco tempo.
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