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Vegetariani VS Vegani, i principali regimi dietetici

Vegetariani VS Vegani, i principali regimi dietetici

”Niente beneficerà maggiormente la salute umana e aumenterà la possibilità che la vita sopravviva sulla terra più dell’evoluzione verso una dieta vegetariana.” Albert Einstein.

Ormai inizia ad essere ben chiaro alle persone come una dieta, a base vegetale, possa contribuire alla salute. I poteri protettivi ma anche quelli curativi di una dieta a base vegetale erano noti fin dall’antichità. Pensate che la prima persona che ne aveva parlato non era altri che Ippocrate, il padre della medicina. Ma anche tanti altri grandi filosofi, scienziati e artisti, sia antichi (Platone, Aristotele, Plutarco, Pitagora, Socrate) che moderni (Albert Einstein, Gandhi, Voltaire, Leonardo da Vinci, Leo Tolstoy ecc) erano vegetariani o vegani.

Ma quali sono i principali regimi dietetici vegetariani?

I primi sono i vegetariani, chiamati un tempo ovo-latteo-vegetariani per evidenziare il tipo di alimenti assunti, sono coloro che seguono una dieta in cui non vi siano parti del corpo di un animale, ma che può comprendere prodotti di origine animale, come miele, latte e uova, e dei loro derivati (come formaggi o prodotti che li contengono, es. le torte).

Poi abbiamo i vegani, chiamati anche vegetariani stretti o vegetaliani, sono coloro che non mangiano nulla che abbia un’origine animale, quindi non mangiano carne e pesce ma neanche latte, prodotti caseari o uova. La motivazione per cui i vegani non mangiano neanche i derivati è determinata dalla possibile sofferenza che la privazione (latte) o produzione (uova) ha determinato nell’animale. Ovvero, la produzione del latte determina una privazione del latte al cucciolo dell’animale che lo produce.

Prendendo ad esempio il latte di mucca la sofferenza può essere determinata da due fattori: il primo è che il vitello viene svezzato prima del tempo solito in natura, e quindi allontanato anzitempo dalla madre; il secondo è che, per garantire una produzione continua di latte, le mucche “da latte” sono fecondate con embrioni di mucche dette “da carne” (ovvero la carne è il prodotto per cui sono allevate), in modo tale che l’allontanamento precoce dei vitelli possa comunque produrre un reddito tramite la macellazione degli stessi. Nel caso delle uova la sofferenza è individuata dalla forzatura alla produzione, come negli allevamenti in batteria. Altra possibile motivazione della scelta vegana è la considerazione che l’uomo non è onnivoro, ma fruggivoro.

E per finire i crudisti, la cui alimentazione è composta solo da alimenti vegetali non sottoposti a trattamenti termici (non si cuoce, non si congela) e i fruttariani, la cui alimentazione è composta solo da soli frutti da semi, principalmente per ragion etiche biocentriche.

Importante è quanto è stato confermato nel 2009 l’American Dietetic Association” (oggi “Academy of Nutrition and Dietetics”), attraverso un documento che riporta la sua posizione ufficiale sulle diete vegetariane, basato su centini articoli della letteratura scientifica degli ultimi anni.

Si tratta di un lungo dossier, la cui dichiarazione iniziale recita:

“E’ posizione dell’American Dietetic Association che le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete totalmente vegetariane o vegane, sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale, e possono conferire benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. Le diete vegetariane ben pianificate sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale, ivi inclusi gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia e adolescenza, e per gli atleti.”

In definitiva non solo l’alimentazione vegetariana (intesa in senso lato, anche come vegana) è adeguata, cioè contiene tutti i nutrienti necessari, ma è anche vantaggiosa, proprio per prevenire e curare le malattie degenerative come diabete, ipertensione, obesità, iperlipidemie, alcune forme di cancro e le malattie coronariche. Quindi se la scelta è dettata da motivazioni etiche, economiche o religiose è giusto seguire e rispettare i propri ideali, facendosi seguire da un medico per accertarsi che la propria alimentazione sia realmente corretta e bilanciata.

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