Ad aprire la prima serata del Live Rock Festival, mercoledì 10 settembre 2014, sono gli aretini Walden Waltz, selezionati nel panorama musicale toscano da ToscanaMusica, Tommaso Ghezzi li ha incontrati per noi dopo il loro concerto.
I Walden Waltz sono una band aretina attiva dal 2011. Pur dichiarando di essere ancora in cerca di sé stessi e delle proprie cifre stilistiche, i componenti della band vantano già un curriculum di tutto rispetto: una tournée nell’east coast americana, la registrazione dei un EP prodotto da Ron Nevison (già collaboratore di Led Zeppelin, Who, Rolling Stones, per dire…) e soprattutto la premiazione ai Los Angeles Music Award come miglior singolo di debutto per il brano “Looking Down”.
Dopo la loro esibizione li incontro nel backstage del Live Rock Festival di Acquaviva; considerando il percorso della band mi aspetto un confronto patinato e autocelebrativo, un panegirico del proprio ego, invece questi ragazzi mi sorprendono; mi ritrovo a ridere e parlare di musica con coetanei conterranei, assolutamente sciolti e umili, a cui interessa fere musica e se ne fregano di essere rockstar.
Con loro, a fare festa dopo il live, ci sono anche Davide Andreoni e Francesco Chimenti dei Sycamore Age, a testimonianza di una scena, quella toscana, assolutamente viva e fervida, sottoposta a confronti continui tra musicisti, ed estremamente elastica nelle sperimentazioni.
Parlo con Matteo e Filippo, rispettivamente chitarra/voce e batteria dei Walden Waltz.
Allora ragazzi, come si presenta oggi il progetto Walden Waltz?
Matteo: Il progetto è “rinato”da quando Simone, l’altro chitarrista, è entrato a suonare con noi. Abbiamo intrapreso una strada diversa rispetto a quella che percorrevamo prima. Il nostro obiettivo adesso è finire il disco, che dovrebbe uscire a Febbraio, il nostro primo lavoro completo. Ovviamente anche suonare il più possibile e portare in giro la nostra musica è l’obiettivo principale. Nonostante questo siamo ancora alla ricerca di una poetica. E vorremmo che questa si definisca attraverso i live. Walden Waltz è qualcosa in via di evoluzione, di crescita, qualcosa ancora di non completamente definito, ed anche per questo molto stimolante. Mettiamo insieme tutte le nostre influenze, anche non musicali – soprattutto non musicali – dalla letteratura al cinema, dalla poesia alla filosofia. Vogliamo creare qualcosa di fuso, che abbia ragione d’essere nella sua complessità. Vogliamo concentrare tutti i flussi creativi che ci hanno formato.
Emergete da una scena, una rete musicale che negli ultimi anni si è creata nella toscana meridionale, ad Arezzo in particolare. Come percepite questa realtà?
Matteo: La scena italiana – e quella toscana – è valida e complessa, ci sono elementi di ricerca e sperimentazione musicale che toccano livelli tra i più alti d’Europa, e forse del mondo, e non lo dico per esagerare. Siamo molto contenti di avere intorno tanta ricchezza.
Filippo: Prendi la Boring Machine di Roma, che porta fuori un sacco di belle cose, quella, come tante altre, sono realtà da prendere in considerazione per avere il quadro generale della ricchezza della scena alternativa italiana.
Aprite il Live Rock festival, un palco abbastanza importante per questo territorio, che impressioni vi ha dato questo live?
Matteo: Acquaviva fa quello che dovrebbe fare un festival radicato nel territorio. Prende realtà importanti e consacrate ed accostarle a quelle che ritengono le migliori proposte locali. Perché alla fine è difficilissimo, vista la quantità della proposta musicale, venire fuori da questo nodo provinciale. Questa tipologia di opportunità è quella che più deve essere incentivata e seguita come modello dalle altre manifestazioni.
Filippo: Spesso in provincia ti trovi a suonare in contesti poco favorevoli per esprimere al meglio la musica che vuoi realmente fare; qui al contrario ci siamo sentiti liberi, questo palco è stato al di sopra di ciò che ci aspettavamo. La situazione è straordinaria, pazzesca.
Matteo: Io ci sono stato lo scorso anno a vedere i These New Puritans ed è un bellissimo festival. Nonostante la pioggia stasera abbiamo avuto un pubblico impensabile, è stato veramente molto bello.
Foto di Giacomo Bai